Morta Nola: ora restano solo tre rinoceronti bianchi settentrionali Morta Nola: ora restano solo tre rinoceronti bianchi settentrionali

Publicado el 23/11/2015

Aveva 41 anni e viveva dal 1989 nello zoo di San Diego. Questa sottospecie in natura è stata estinta dai bracconieri per il taglio del corno

Il Parco zoo safari di San Diego, in California, ha perso la sua stella: Nola, uno degli ultimi rinoceronti bianchi settentrionali, è morta il 22 novembre. L’animale aveva 41 anni e si trovava nel parco dal 1989. È stata soppressa dopo un grave peggioramento della sua salute. «Era un animale icona, non solo dello zoo di San Diego, ma in tutto il mondo», hanno comunicato dal parco.

Il rinoceronte era molto amato dai custodi per la sua natura gentile e perché si faceva continuamente grattare la schiena.

Decimati dall’uomo

Adesso restano sono tre esemplari di rinoceronte bianco settentrionale. I superstiti sono il maschio Sudan, che insieme ad altre due femmine, chiamate Najin e Fatu, oggi abita nella riserva africana di Ol Pejeta, in Kenya. Appena lo scorso luglio era morta Nabirè, 31 anni, ospitata nello zoo ceco di Dvur Kralové, a causa della rottura di una cisti interna. Tre rinoceronti bianchi, dunque, per una sottospecie che nel 1963 contava ancora mille esemplari e che è oramai considerata estinta in natura dal 2008, decimata dai bracconieri, cacciata per il corno che in Asia, sul mercato clandestino, viene venduto anche a 90mila dollari al kg (contro gli 80 mila dollari della cocaina).

Madri Surrogate

Nola era nata in Sudan ed era stata catturata quando aveva circa due anni. Prima di arrivare in California aveva vissuto in uno zoo della Repubblica Ceca. L’animale, che pesava 1.800 kg, era stato operato lo scorso novembre per un dolore all’anca; da allora aveva smesso di mangiare. Nel tentativo di preservare la specie, lo zoo di San Diego ha preso recentemente possesso di sei femmine di rinoceronte bianco meridionale dal Sudafrica. Serviranno come madri surrogate per gli embrioni di rinoceronte bianco settentrionale. I ricercatori sperano così che nel giro di dieci-quindici anni possa nascere un nuovo esemplare della specie minacciata.

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