Pasqua, la benedizione di Papa Francesco: «Pace a tutto il mondo e basta schiavitù» Pasqua, la benedizione di Papa Francesco: «Pace a tutto il mondo e basta schiavitù»

Publicado el 31/03/2013

Circa 250 mila fedeli hanno assistito a messa e benedizione Urbi et Orbi. Il pontefice si ferma a baciare i bambini

«BUONA PASQUA CARI FRATELLI E SORELLE» - Alle 12, dopo il giro della piazza, Papa Francesco si è affacciato alla Loggia: «Cari fratelli e sorelle di Roma e del mondo intero: Buona Pasqua. Che grande gioia potervi dare questo annuncio. Cristo è risorto - ha detto -. Vorrei che giungesse in ogni casa in ogni famiglia specialmente dove c'è più sofferenza, negli ospedali, nelle carceri». Domenica mattina, alla vigilia della sua prima messa di Pasqua, il Papa aveva scritto su Twitter: «Accetta Gesù Risorto nella tua vita. Anche se sei stato lontano, fa un piccolo passo verso di Lui: ti sta aspettando a braccia aperte».                

STOP A MERCANTI DI SCHIAVI E DROGA -«Accogliamo la grazia della misericordia di Dio, lasciamo che la potenza del suo amore trasformi anche la nostra vita e diventiamo strumenti della misericordia… per far fiorire la giustizia e la pace - ha detto il Papa -. Domandiamo a Gesù risorto - che trasforma la morte in vita - di mutare l’odio in amore, la vendetta in perdono, la guerra in pace. Pace a tutto il mondo ancora così diviso dall’avidità di chi cerca facili guadagni, ferito dall’egoismo, da chi continua la tratta di persone: la schiavitù più estesa in questo XXI secolo. Pace a tutto il mondo dilaniato dal narcotraffico e dallo sfruttamento iniquo delle risorse naturali».

«PACE IN SIRIA, AFRICA, COREA»Nel suo messaggio che ha preceduto la benedizione Urbi et Orbi Papa Francesco ha voluto soffermarsi sui tanti conflitti che insanguinano il mondo: «Cristo è la nostra pace e attraverso di lui imploriamo pace per il mondo intero: pace per il Medio Oriente, in particolare tra israeliani e palestinesi, che faticano a trovare la strada della concordia, affinché riprendano con coraggio il negoziato per porre fine a un conflitto che dura ormai da troppo tempo. Pace in Iraq e per l’amata Siria, per la sua popolazione ferita dal conflitto e per i numerosi profughi». E poi ha chiesto: «Quanto sangue è stato versato e quante sofferenze dovranno essere ancora inflitte prima che si riesca a trovare una soluzione politica alla crisi?». Quindi ha auspicato la «pace per l’Africa, ancora teatro di sanguinosi conflitti. Pace per il Mali affinché ritrovi stabilità. E in Nigeria dove purtroppo non cessano attentati che minacciano vite di innocenti e tanti, anche bambini, sono tenuti in ostaggio dai terroristi. Pace nell’Est della Repubblica del Congo e nella Repubblica Centrafricana. Pace in Asia, soprattutto nella penisola coreana perché superino le divergenze e maturi un rinnovato spirito di riconciliazione».«VIA DALLA SCHIAVITU DEL PECCATO» - «L’amore di Dio può trasformare la nostra vita, far fiorire quelle zone di deserto che ci sono nel nostro cuore. Lo stesso amore per cui il figlio di Dio è andato fino all’abisso della separazione da Dio, questo stesso amore misericordioso ha inondato di luce il corpo di Gesù, lo ha trasfigurato lo ha fatto tornare nella vita eterna», ha detto il Santo Padre. E ha spiegato: «Gesù è l’esodo il passaggio dell’uomo dalla schiavitù del peccato, del male, alla libertà dell’amore, del bene. Perché Dio è vita, solo vita, e la sua gloria siamo noi, l’uomo vivente. Cristo è morto e risorto una volta per sempre e per tutti ma la forze della resurrezione - questo passaggio dalla schiavitù del male al bene - deve attuarsi in ogni tempo negli spazi concreti della nostra vita, ogni giorno. Quanti deserti ancora l’essere umano deve attraversare. Soprattutto il deserto che c’è dentro di lui quando manca l’amore di Dio e per il prossimo. Ma la misericordia di Dio può far fiorire anche la terra più arida può ridare vita alle ossa inaridite».

Corriere della Sera