Il Papa alla Via Crucis: «Cristiani uccisi col nostro silenzio complice» Il Papa alla Via Crucis: «Cristiani uccisi col nostro silenzio complice»

Publicado el 04/04/2015

I riti del Venerdì santo in mondovisione, con famiglie, donne, bambini e stranieri: «Fidatevi della misericordia di Dio, che perdona tutti i nostri peccati»I riti del Venerdì santo in mondovisione, con famiglie, donne, bambini e stranieri: «Fidatevi della misericordia di Dio, che perdona tutti i nos

ROMA - È dalla terrazza del Palatino, adiacente alla chiesa di Santa Francesca Romana, che papa Francesco, assorto in meditazione e preghiera, ha seguito il rito della Via Crucis all’interno del Colosseo. Il piazzale davanti all’anfiteatro era gremito di fedeli, con anche tanti bambini, che hanno aspettato per ore dietro le transenne.

Dai cristiani perseguitati alle famiglie, tutti i temi delle meditazioni

«In Gesù caricato della Croce si possono scorgere uomini e donne imprigionati, condannati o trucidati, perché credenti o impegnati in favore della giustizia e della pace». Con queste parole, nelle meditazioni della Via Crucis presieduta da papa Francesco al Colosseo, è stato evocato il sacrificio dei cristiani perseguitati di oggi che «si possono intravedere nella tristezza e nell’angoscia di Cristo che va incontro alla morte». Un tema che Francesco ha ripreso anche alla fine della Via Crucis: «Preghiamo per i nostri fratelli perseguitati e crocifissi sotto i nostri occhi e spesso con il nostro silenzio complice». E ha aggiunto: «Essi non si vergognano della tua croce. Sono per noi mirabili esempi da imitare», E poi i bambini abusati e le vittime degli abusi sessuali compiuti da ecclesiastici : «Tu, Signore, ci spingi a chiedere umilmente perdono a quanti subiscono questi oltraggi e a pregare perché finalmente si svegli la coscienza di chi ha oscurato il cielo nella vita delle persone». Non è la prima volta che durante la Via Crucis se ne parla. Nel 2005, pochi giorni prima della morte di San Giovanni Paolo II, era stato l’allora cardinale Ratzinger ad accennare nelle meditazioni a questo tema sconvolgente denunciando «quanta sporcizia c’è nella Chiesa». Le famiglie, i malati, le suore, gli immigrati, uomini e donne provenienti da Iraq, Siria, Nigeria, Egitto e Cina, il vicario di Roma: quella del 2015 al Colosseo è stata una Via Crucis multietnica, ma anche composita, che tiene conto delle varie realtà dei cattolici.

Il ruolo delle donne

«O Gesù, questa sera tra noi è significativa la presenza femminile. Nei Vangeli le donne hanno un posto rilevante ed anche oggi l’annuncio della fede nel mondo e il cammino delle comunità cristiane sono molto sostenuti dalle donne. Conservale - ha pregato papa Francesco- come testimoni di quella felicità che fiorisce dall’incontro con te e che costituisce il segreto profondo della loro vita. Custodiscile come segno luminoso di maternità accanto agli ultimi che, nel loro cuore, diventano i primi».

Fronte a terra

Papa Francesco, che all’inizio della celebrazione in San Pietro è rimasto prostrato sul pavimento, in preghiera, per circa due minuti, ha poi seguito seduto la lettura e il canto del racconto biblico della Passione e, come tutti gli altri, si è inginocchiato a lungo al momento in cui il lettore ha narrato il momento preciso della morte di Cristo sul Golgota. L’omelia di padre Cantalamessa, come ha fatto anche il Papa nella udienza generale di mercoledì scorso, ha denunciato «l’ inquietante indifferenza delle istituzioni mondiali e della opinione pubblica di fronte a tutto ciò. Rischiamo di essere tutti, istituzioni e persone del mondo occidentale, dei pilati che si lavano le mani. Gesù morì gridando una richiesta di perdono, è gridata, perché la si oda bene».

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