Addio a Eli Wallach, brutto per Leone cattivo per gli altri Addio a Eli Wallach, brutto per Leone cattivo per gli altri

Publicado el 26/06/2014

L'attore premio Oscar alla carriera aveva 98 anni. Aveva recitato in molti western tra cui "Il buono, il brutto e il cattivo" e "I magnifici sette"

Lui avrebbe preferito il ruolo di cattivo, ma il regista italiano gli affidò quello di "brutto" nell'ultimo film della trilogia del dollaro. E così a Eli Wallach andò l'ennesimo ruolo di "villain" nel film di Sergio Leone Il buono, il brutto e il cattivo (1966). Un cattivo di più, da aggiungere alla lunga serie inaugurata dieci anni prima, quando, senza troppi complimenti, aveva sedotto una giovanissima Carrol Baker (Baby Doll - La bambola viva, Elia Kazan,1956).  E' morto all'età di 98 anni Eli Wallach, il prolifico attore americano che non avendo mai ottenuto neppure una nomination ha attraversato la storia del cinema americano e non solo con centinaia di ruoli che lasciano il segno. La notizia del decesso è stata confermata ai media americani dalla figlia Katherine, dopo che le voci circolate su Internet nel fine settimana erano state smentite. Nel 2010 gli era stato consegnato un Oscar alla carriera. In quell'occasione aveva detto: "Da attore ho interpretato un intero campionario di banditi, ladri, signori della guerra e molestatori".

Nato a Brooklyn, New York, il 7 dicembre 1915, dopo essersi laureato presso l'Università del Texas, durante la guerra aveva lavorato come ufficiale medico. Nel 1945 debuttò sui palcoscenici di Broadway imponendosi presto come uno dei più importanti interpreti teatrali di quegli anni, particolarmente convincente nel ruolo da protagonista inThe Rose Tattoo, di Tennessee Williams. Nel 1948 il matrimonio con l'attrice Anne Jackson, sua partner in molti spettacoli. Un matrimonio destinato a durare tutta la vita, allietato dalla nascita di tre figli. Tra i primi allievi dell'Actors' Studio di Lee Strasberg, dopo tanti successi teatrali figura per la prima volta sul grande schermo in Baby Doll, forse non immaginando che al cinema, da quel film in poi, impersonerà spesso tipi poco raccomandabili. 

 

TUTTA LA FILMOGRAFIA 


Primo fra tutti, il crudele capo banda messicano de I magnifici sette (John Sturges, 1960). O il rapinatore di treni in La conquista del West (Hathaway, Ford, Marshall, 1962). Ma la sua formazione artistica gli consente di calarsi in qualsiasi ruolo e in ogni genere di film. Come la commedia romantica Gli spostati (John Huston, 1961)  accanto a Marilyn Monroe e poi, insieme ad Audrey Hepburn, come raffinato falsario in una divertente commedia di William Wyler (Come rubare un milione di dollari e vivere felice, 1966). 

Il successo internazionale però arrivò proprio con un film italiano, quello spaghetti western in cui fa la parte del brutto, bandito senza scrupoli e burlone con due sfavillanti denti d'oro. Il film torna nelle sale italiane restaurato dalla Cineteca di Bologna e da Jolly Film il 17 luglio. Il regista per non replicarsi dopo i primi due successi scelse di aumentare i protagonisti: Sentenza (Lee Van Cleef), assassino a pagamento ("il cattivo"), il Biondo (Eastwood, il "buono"), bounty-killer, e Tuco (Eli Wallach, "il brutto" appunto), fuorilegge messicano. I tre fanno società, pur senza alcuna fiducia reciproca, per la caccia a un tesoro nascosto. Nonostante avesse rischiato l'infarto mentre correva trafelato in mezzo alle lapidi di un cimitero, e quasi perso l'uso delle corde vocali per un errore di un tecnico che aveva messo una bottiglia di acido al posto di quella dell'acqua, Wallach conservò un buon ricordo della lavorazione de Il buono, il brutto e il cattivo e di Sergio Leone.

In seguito tornò spesso a lavorare in Italia, un paese che amava molto e di cui riuscì ad imparare un po' anche la lingua. Due anni dopo il film di Leone Giuseppe Colizzi lo volle per I quattro dell'Ave Maria con Bud Spencer e Terence Hill, mentre nel '71 fu la volta diViva la muerte... tua! di Duccio Tessari. Tra un film e l'altro, Eli Wallach proseguì le collaborazioni con i registi italiani: nel 1973 Maurizio Lucidi lo vuole al fianco di Ursula Andress e Fabio Testi in L'ultima chance, nel 1975 Alberto Bevilacqua lo dirige nella commedia Attenti al buffone, Sergio Corbucci nel western Il bianco il giallo il nero, Paolo Cavara nel thriller ...e tanta paura (1976). Nel 1978 fu la volta di Bruno Corbucci, che gli riservò una parte nel poliziottesco Squadra antimafia.

Dagli anni '80 è stato molto attivo soprattutto in televisione, senza rinunciare a comparire accanto a due vecchie glorie hollywoodiane (Kirk Douglas e Burt Lancaster,Due tipi incorregibili, Jeff Kanew, 1986) o nella saga de Il Padrino (Parte III, Francis Ford Coppola, 1990). Dopo aver recitato con lui in Viva la muerte... tua (Duccio Tessari, 1971), è ancora vicino a Franco Nero nell'esordio registico del figlio Carlo Gabriel Nero (L'escluso, 1999).

Ha continuato a lavorare fino agli ultimi anni anche dopo aver compiuto 90 anni e ad aver ottenuto, qualche mese prima dei 95, l'Oscar alla carriera. E' stato uno scrittore disilluso in The Holiday (2006). Nel film di Roman Polanski Ghost Writer (2010) era un misterioso vecchio che vive a Martha Vineyard. E nel film di Oliver Stone Wall Street: Il denaro non dorme mai un banchiere che profetizza l'apocalisse. Non ha mai smesso di calcare il palcoscenico e quando The Times gliene chiese motivo in un'intervista nel 1997 l'attore rispose: "Che altro potrei fare? Io amo recitare".

La Repubblica