Il mondo celebra la cucina italiana (quella vera) Il mondo celebra la cucina italiana (quella vera)

Publicado el 21/11/2016

Una settimana di conferenze, cene a tema, degustazioni e mostre in 105 Paesi per difendere il made in Italy. Mentre Coldiretti avverte: "All'estero 2 nostri prodotti su 3 sono taroccati"

Milletrecento eventi in 105 Paesi per promuovere e difendere il valore del made in Italy agroalimentare all’estero. Prende il via oggi la prima Settimana della cucina italiana nel mondo, iniziativa congiunta del ministero degli Esteri e delle Politiche Agricole che fino al 27 novembre coinvolgerà la rete estera della Farnesina con concorsi, conferenze, degustazioni, cene a tema, mostre legate alla cucina e seminari tecnico-scientifici (gli eventi nei singoli paesi possono essere cercati su questo sito). L’Italia, non va dimenticato, è l’unico Paese al mondo con 285 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg. E di recente ha anche conquistato il primato europeo nel biologico, con quasi 50mila aziende agricole.

Milletrecento eventi in 105 Paesi per promuovere e difendere il valore del made in Italy agroalimentare all’estero. Prende il via oggi la prima Settimana della cucina italiana nel mondo, iniziativa congiunta del ministero degli Esteri e delle Politiche Agricole che fino al 27 novembre coinvolgerà la rete estera della Farnesina con concorsi, conferenze, degustazioni, cene a tema, mostre legate alla cucina e seminari tecnico-scientifici (gli eventi nei singoli paesi possono essere cercati su questo sito). L’Italia, non va dimenticato, è l’unico Paese al mondo con 285 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg. E di recente ha anche conquistato il primato europeo nel biologico, con quasi 50mila aziende agricole.
 
"Leghiamo il grande tema della cucina a quello del lavoro dei nostri produttori, un tratto distintivo - sottolinea il capo del Mipaaf Maurizio Martina - che rende il modello Italia unico nel mondo. Perché quando raccontiamo un piatto, raccontiamo anche la storia di chi lo ha realizzato, di un territorio, della qualità delle materie prime”.
 
Il mercato dell’agropirateria.
“Un’iniziativa utile - sottolinea la Coldiretti - per valorizzare l’identità dell’agroalimentare nazionale e fare finalmente chiarezza sulle troppe mistificazioni che all’estero tolgono spazio di mercato ai prodotti originali”. L'agropirateria internazionale infatti utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. Secondo le stime di Coldiretti, all'estero sono falsi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre, con il mercato mondiale delle imitazioni di cibo made in Italy che vale oltre 60 miliardi di euro.
 
I piatti "tarocchi" all'estero
Basti pensare alle più bizzarre versioni delle ricette tradizionali, come l’abitudine belga di usare la panna al posto del pecorino nella carbonara, oggetto di un recente scandalo in Francia. O quella tedesca di impiegare l’olio di semi invece del burro per friggere la cotoletta alla milanese, fatta spesso con pollo o maiale invece che con costola di vitello battuta. O ancora quella olandese di non usare il mascarpone nel tiramisù, fino agli inglesi che vanno pazzi per i fantomatici “spaghetti alla bolognese”, conditi con sugo di pomodoro e polpettine, che non esistono nella realtà gastronomica emiliana. Praticamente ovunque è poi diffusa la “caprese” servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte. Anche la tipica ricetta siciliana della pasta alla Norma viene spesso taroccata dalla sostituzione della ricotta salata con semplice formaggio grattugiato.
 
I “cloni”.
Ma ad essere clonati sono anche i prodotti simbolo dell’identità nazionale. In testa alla classifica dei prodotti più falsificati – rileva ancora Coldiretti - ci sono i formaggi a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, che negli Stati Uniti in quasi nove casi su dieci sono sostituiti dal “parmesan” prodotto in Wisconsin o in California. Se gli USA sono i “leader” della falsificazione, le imitazioni dei formaggi italiani sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo e nei Paesi emergenti come la Russia, dove sotto la spinta dell’embargo si è iniziato a produrre grandi quantità di burrata, mozzarella e “parmesan”.
 
Da: http://www.repubblica.it