Cartone riciclato: più della carta, quasi come il legno Cartone riciclato: più della carta, quasi come il legno

Publicado el 26/03/2014

Dopo linee d’arredamento e accessori moda, ora arrivano canoe e bici. E tra poco anche sedie a rotelle, passeggini e carrelli della spesa

Leggero, resistente, maneggevole, economico. Chi continua a pensare al cartone riciclato come un materiale in grado di sgretolarsi in poche ore può prepararsi a cambiare idea. Per le sue prestazioni, infatti, assomiglia più al legno che alla carta, unendo alle buone performance tecniche la sostenibilità ambientale, ed è sempre più scelto da aziende e designer. Ma se sono ormai numerosi i casi di linee d’arredamento costruite interamente in cartone, si moltiplicano altri utilizzi più originali: dagli accessori moda, come gioielli e occhiali, ad avveniristici mezzi di trasporto. Arrivano da Stati Uniti e Israele le storie di due inventori che con questo materiale hanno costruito una canoa e una bici resistenti all’acqua, e perfettamente funzionanti

Una barca in cartone

Dave Friant è un ingegnere americano della Microsoft e un appassionato rematore. L’idea di costruire una canoa in cartone gli è venuta quando era al college, e non lo ha più lasciato. Nel tempo libero ne ha costruite diverse, utilizzando 21 pezzi di cartone per sette diversi componenti, successivamente assemblati e sottoposti a un trattamento impermeabilizzante. Il tutto preceduto da una progettazione al computer con software professionali, per non lasciare niente al caso. Nel 2009, Friant ha scritto anche un libro sull’argomento, con le istruzioni per costruirsi una canoa personale economica e sostenibile: «È la storia di un sogno, ma anche della convinzione che queste barche siano perfettamente adatte alla navigazione, e del desiderio di dare al mondo qualcosa che non era mai stato fatto prima».

Pedali ecosostenibili

Un’idea tira l’altra e così, quando l’ingegnere israeliano Izhar Gafni ha sentito per caso la storia di un ragazzo alle prese con una canoa in cartone, ha deciso di usare lo stesso materiale per costruire una bici. «Presto ho realizzato che non c’è molto know how sugli utilizzi del cartone, a parte la costruzione di scatole. Così ho iniziato a esplorarlo e farci molti oggetti». Dopo vari test, è arrivato il prototipo, e adesso Gafni si sta occupando della messa in produzione della bicicletta e sta progettando sedie a rotelle, passeggini e carrelli della spesa in cartone. «Ci si può costruire quasi tutto». Una bici in cartone potrebbe costare circa 30 dollari e nei Paesi in via di sviluppo, grazie alla pubblicità attaccata sul telaio, le persone potrebbero utilizzarla gratis.

Un materiale versatile

Sono rivestite in cartone le colonne dell’auditorium donato dal Giappone alla città dell’Aquila, progettato dall’architetto Shigeru Ban. E dello stesso materiale era fatta anche la chiesa all’aperto, con tanto di trono papale in cartone, realizzata dall’azienda marchigiana Kubedesign in occasione della visita di Benedetto XVI a Malta, nel 2010. Ma negli ultimi anni si sono moltiplicate anche le piccole realizzazioni in cartone: basta guardare la banca dati di Comieco, L’altra faccia del macero, per trovare vasi, lampade, borse, collane, supporti per tablet. I primi occhiali in cartone, disegnati dall’architetto italiano Federico Scoponi, sono stati presentati l’anno scorso al London Design Festival e saranno presto nei negozi. «Oggi la tecnologia permette di realizzare anche piccole quantità di oggetti in tempi rapidi e costi contenuti, con particolari sempre maggiori», continua Farotto.

Scatole 2.0

Anche il settore degli imballaggi si sta innovando: «Le aziende cercano di ridurre la quantità di materiale utilizzato per produrre le scatole. Sono anche in corso sperimentazioni per migliorare le loro performance di resistenza all’umidità e di isolamento termico: con imballaggi in grado di assicurare una maggiore stabilità di temperatura, si allunga la vita degli alimenti in essi contenuti». E, nell’ambito del Club carta e cartoni, iniziativa Comieco per far dialogare cartiere e scatolifici con le aziende clienti, nel 2013 è nata la carta d’identità ambientale dell’imballaggio. «Gli utilizzatori avevano bisogno di maggiori informazioni sulle caratteristiche di sostenibilità del packaging, per fare una scelta più consapevole e comunicare poi questi dati ai clienti finali. Per questo, insieme al Politecnico di Milano, abbiamo creato un format ad hoc per dichiarare gli aspetti ambientali dell’imballo, dall’uso di fibre riciclate alla certificazioni. Lo stanno già utilizzando un centinaio di aziende».

Corriere della Sera